Il processo di distrofia cellulare neurale responsabile della genesi del Disturbo Affettivo è reversibile e guaribile in modo stabile e definitivo con una corretta terapia a termine con antidepressivi triciclici a dosaggio minimo efficace.
DALLA MALATTIA ALLA GUARIGIONE: principi e metodo
Le Neuroscienze hanno portato un contributo fondamentale alla fisiopatologia e alla terapia dei disturbi mentali.
Grazie al recente notevole sviluppo della neurofisiologia, biochimica, neuroendocrinologia, genetica e psicofarmacologia si è determinato un sostanziale progresso nella conoscenza dei substrati biologici dello psichismo e dei meccanismi di base della patologia mentale, che ci sta consentendo di elaborare suggestive ipotesi interpretative. Un contributo fondamentale è stato offerto dalla psicofarmacologia, che ha aperto una finestra privilegiata sul funzionamento del cervello: gli psicofarmaci consentono non solo una fine dissezione biochimica del cervello, ma anche di mettere in luce alcuni meccanismi di base del funzionamento cerebrale, difficilmente postulabili senza il loro intervento, di chiarire sempre meglio le alterazioni in causa nelle malattie mentali e di indirizzare gli studi verso sostanze psicotrope sempre più attive e terapeuticamente efficaci.
E’ da ritenersi, quindi, di vitale importanza l’aggiornameto su tali argomenti per far conoscere sia i metodi per la standardizzazione degli strumenti diagnostici importanti per la rilevazione dei disturbi psichiatrici; per evidenziare eventuali fattori di rischio in una patologia con concause multiple e complesse, e potere così mettere in atto adeguati programmi di prevenzione. Una più precisa conoscenza di tale strategia terapeutica da parte del medico di Medicina Generale può ottimizzare il controllo e la gestione di terapie farmacoligiche antidepressive, che per altro rappresentano una cospicua spesa per il Sistema Sanitari Nazionale, oltre che per il “budget” di ogni Medico di Medicina Generale.
Le principali malattie mentali di cui si occupa la Psichiatria sono fondamentalmente due: la Schizofrenia e la Depressione. Il modello medico di malattia , cioè il prodotto dell’incontro tra il genoma e l’ambiente, è da ritenersi valido anche nel campo di queste patologie, vista la fissità dell’incidenza statistica in ogni gruppo umano, in ogni cultura e in ogni latitudine.
Gli studi epidemiologici su popolazione generale concordano in tutto il mondo per una incidenza della malattia depressiva del 25-30% della popolazione vivente. Ciò significa che in Italia ci sono almeno 13 milioni di soggetti affetti.
Le statistiche e i censimenti dell’O.M.S., messe a punto da una “task force” internazionale che annovera centri specialistici su scala planetaria dopo anni di lavoro e di raccolta dati, ci dicono che nel mondo ci sono circa 400 milioni di individui affetti da malattie mentali.
La Depressione rappresenta una delle malattie più frequenti del mondo occidentale e la sua storia naturale più frequente è verso la cronicizzazione, con ricadute e modificazioni della personalità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che nel 2020 la depressione diventerà la seconda più importante causa di disabilità e di costi sociali a livello mondiale, preceduta solamente dalla cardiopatia ischemica. Questa previsione è determinata da alcune importanti caratteristiche della depressione, quali la precoce età, la tendenza alla cronicizzazione. La depressione mostra inoltre un’elevata prevalenza di comorbilità con altre malattie internistiche, che tende a complicarne la prognosi.
La progettazione statistica dello studio europeo ESEMED ha previsto la campionatura in random di 21.425 adulti su 213 milioni, di 6 Paesi (Italia, Belgio, Francia, Spagna, Olanda e Germania), di cui sintetizziamo i risultati:
Circa il 25% dei soggetti ha risposto di aver sofferto almeno di un disturbo mentale nel corso della vita (prevalenza lifelong):
- 14% ha dichiarato di aver sofferto di un disturbo dell’Umore
- 13,6% di un disturbo d’Ansia
- 5,2% di un disturbo legato ad Abuso d’Alcool
- Il 10% ne aveva sofferto nell’ultimo anno (prevalenza/anno):
- Il 6% ha riferito di aver sofferto di un disturbo d’Ansia
- Il 4,2% di un disturbo del tono dell’Umore
- L’1% di un disturbo legato all’Alcool
Le conoscenze e le terapie sulla Depressione fanno della Psichiatria il campo specialistico fra i più avanzati della Medicina.Le ricerche biologiche sulla Depressione concordavano tutte per una patogenesi legata a un abbassamento del metabolismo della Serotonina cerebrale. La “Sindrome da bassa Serotonina cerebrale” si ripercuote soprattutto sulle strutture del Sistema Limbico centroencefalico. Queste strutture sono deputate alla formazione della vita emotiva e degli stati affettivi, cioè conferiscono il colorito di piacevole o spiacevole agli stimoli ambientali. Nella depressione si ha un blocco del tono dell’umore che resta sempre fissato al polo della tristezza e perde la sua caratteristica capacità di oscillare dal polo della euforia al suo opposto in relazione alla cognitività. Tutti gli stimoli vengono pertanto percepiti come spiacevoli a scapito della ragionevolezza e della ragionevolezza . Quindi, il soggetto persa la sua normalità affettiva e emotiva, è schiavo di un Disturbo che ne altera lo stato mentale in modo continuo, è costretto a conviverci e perciò attua difese e strategie comportamentali caratteristiche. La Depressione è da considerarsi una malattia invalidante al pari di una cardiopatia o di una altra patologia internistica grave.
I Sintomi di Base del Disturbo Affettivo sono costituiti dal: dolore mentale e dal dolore fisico ( e dai moltissimi Disturbi Neurovegetativi…). Il risultato è un quadro clinico costituito da un insieme di sintomi caratterizzato da da periodi di aggravamento e periodi di miglioramento. Il sintomo di base delle depressione è stato identificato dalla psicopatologia nel dolore psichico e somatico insieme. In genere associati in proporzione stabile, il dolore psichico può mascherare il dolore somatico che è sempre presente. Il SNC processa le informazioni relative a segnali dolorifici e modula le risposte al dolore attraverso le vie discendenti del dolore( soprattutto vie SER e NOR).